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  Marco Boato - attività politica e istituzionale
   

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Trento, 15 aprile 2006
«CONTRIBUTI IN CAMBIO DI VOTI: E’ MIOPE»
Boato: mi hanno detto di telefonate dal tono intimidatorio a sindaci ulivisti
Intervista a Marco Boato, de l’Adige di sabato 15 aprile 2006

Marco Boato avverte la coalizione che governa in Trentino e in particolare la Margherita: si deve cambiare registro. Sia dal punto di vista della strategia politica che della gestione del potere provinciale. «La forza del progetto politico-culturale del centrosinistra autonomista - osserva il deputato dei Verdi dall'alto della sua lunga esperienza politica - si è dimostrata purtroppo più fragile del previsto. E si deduce che l'idea che i voti si conquistino a suon di contributi e attraverso il "partito dei sindaci" è poco responsabile».

Cosa vuol dire onorevole Boato?
Innanzitutto, ritengo sia stato poco responsabile nel 2003 portare una parte del partito dei sindaci in consiglio provinciale perdendo i comuni da cui questi provenivano (Lavis, Ala, Mori, Nago-Torbole, Ndr.). Avrebbero dovuto completare il loro mandato. In secondo luogo, non è con una politica meramente economico-finanziaria a tappeto sul territorio, che si conquista il consenso dei cittadini. Questa è una politica miope e culturalmente debole.

Lei ritiene dunque che a livello provinciale si sia puntato più sui contributi che su un «progetto politico» di cui oggi il presidente Dellai lamenta la mancanza?
Da una parte della nostra coalizione sì. E noi Verdi già dal settembre del 2004, dopo le elezioni comunali suppletive, in un incontro promosso dal presidente Dellai avevamo chiesto di fare un seminario di più giorni della coalizione per discutere sul modello di sviluppo del Trentino che vogliamo. Dellai rispose positivamente ma poi non se ne fece nulla. In mezzo ci sono state le elezioni comunali del 2005, nelle quali il centrosinistra ha subìto delle scoppole inattese, tra cui la sconfitta a Rovereto; e ora le elezioni politiche, con un risultato sotto le aspettative.

Il presidente Dellai ha annunciato di voler rispondere con il partito democratico autonomista. Cosa ne pensa?
Tutti questi discorsi sul partito democratico sono solo dei surrogati di un progetto di governo. Perché il partito democratico per bene che vada riguarderà Margherita, Ds e Patt e probabilmente quest'ultimo starà fuori, oppure staranno fuori i Ds, ma tutti e tra insieme non ci saranno.

E allora a cosa serve?
Io penso che, a bocce ferme e senza far scintillare i coltelli, tra qualche settimana tutti i soggetti della coalizione e direi dell'Unione, quindi coinvolgendo anche Rifondazione e Italia dei valori, dovrebbero confrontarsi sul progetto dell'Intesa democratica e autonomista che abbiamo sottoscritto due anni e mezzo fa.

Lei ritiene che il governo provinciale dovrebbe aprire a Rifondazione e Italia dei valori?
Penso che con Agostino Catalano in consiglio provinciale e Lucia Coppola a Trento ci sia qualche differenza in meno che con Sergio Muraro.

Pensa che in questa campagna elettorale non tutte le forze della coalizione abbiano fatto la loro parte?
Questo non sono in grado di affermarlo. Invece mi si dice che dopo le elezioni un potente assessore ha cominciato a telefonare ai sindaci dei posti dove l'Ulivo non è andato molto bene con un tono un po' intimidatorio.

Che significa?
Da quanto mi è stato riferito, questo assessore avrebbe detto frasi del tipo: «Attenzione che la magnadora l'è alta», ovvero attenzione che la mangiatoia è alta, come dire: attenzione sindaci che, visto che non avete portato i consensi attesi - come se spettasse a loro portarli - ora i contributi li riceverete con più difficoltà.

Ritiene sia avvenuto davvero?
Io non so se questo sia vero, ma se fosse vero, queste frasi veterodemocristiane sarebbero indegne e io rimarrei inorridito. Ma penso che nella nostra coalizione, così come nel centrodestra, ci sia effettivamente una parte dorotea che concepisce la politica come "dò un contributo se mi garantisce il consenso".

Cosa pensa che dovrebbe fare il presidente Dellai?
Credo che il presidente della giunta, dopo le giuste preoccupazioni da lui espresse nell'ottobre scorso (la svolta etica della Margherita, Ndr.) e da me condivise, debba correre rapidamente ai ripari prima che sia troppo tardi.

In che modo?
Stroncare, se ci sono, comportamenti di questo genere da parte di componenti della sua giunta e con senso di responsabilità collegiale riunire il tavolo della coalizione, tra qualche settimana, dopo che ciascun partito avrà fatto le sue riflessioni, perché non possiamo scaricare sulla coalizione le lacerazioni e i problemi interni a qualche partito. Ci vuole prudenza ma anche grande determinazione.

 

  Marco Boato

MARCO BOATO

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vedi anche:
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9-10 aprile 2006

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